La via Colonna Rotta va dal corso Alberto Amedeo a piazza Ingastone.
A riportare la storia di questa strada e del suo originale nome, è il Mongitore nella sua opera “Della Sicilia ricercata”. Tra queste pagine si racconta di un incidente avvenuto nel 1612, durante la costruzione della bellissima chiesa di San Giuseppe dei Teatini, tra via Vittorio Emanuele e via Maqueda. Mentre le monumentali colonne di marmo della chiesa venivano trasportate dalle cave di Monte Billemi, una di queste cadde e si ruppe proprio in questo tragitto. Date le immani dimensioni del blocco di marmo e la difficoltà nel trasportarlo, questo fu abbandonato in quel punto e lì rimase per moltissimi anni. Da allora, la via e l’intera zona, sono conosciute con il nome di Colonna Rotta.
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Grazie alla redazione
e ad Agostino Marrella per la suggestiva spiegazione.
Buongiorno/Buona sera.
Secondo il Mongitore, che ne scrive nella sua opera “Della Sicilia ricercata”, il toponimo ebbe origine perché nel trasportare (1612) una colonna monolitica – che avrebbe dovuto servire per la fabbrica della Chiesa di San Giuseppe dei Teatini ai Quattro Canti – essa si ruppe e fu abbandonata per moltissimo tempo lungo quella che ora si chiama Via… Colonna Rotta.
In realtà il toponimo è assai più antico, risalendo, esso, almeno al periodo romano della città (254 p. e. v. – 491 e. v.), da Porta Rota (nome a sua volta derivato dalla vicinanza di “ruote” di mulini), poi denominata, in epoca Islamica, Bab Rutah. Ma detta porta civica era già parte della cinta muraria punica e si trovava a sinistra, guardandone il lato esterno, dell’esistente Porta Nuova e – sia pure tompagnata – esisteva (secondo il Di Giovanni) sino alla fine del XIX secolo.
Grazie per l’attenzione.