Un dibattito surreale fra gli operatori dell’Azienda Ospedaliera
Ecco un breve resoconto dell’incontro avvenuto nell’ARNAS – Ospedale Civico durante la cerimonia di accoglienza del nuovo Manager. Il tema del dibattito era: “Quale Azienda per il futuro? ”
Dopo il saluto iniziale, ha aperto la discussione un dermatologo NEO assunto:
«Secondo me, anche con la nuova gestione aziendale i problemi del Civico non si risolveranno mai e come al solito le inefficienze ricadranno sulla PELLE degli utenti».
«Ma che ne sai tu che sei nuovo?» ha ribattuto il cardiologo. «II problema principale è che ogni operatore sanitario ci deve mettere il CUORE e mantenere il RITMO giusto»
Il chirurgo vascolare appare più deciso: «Bisogna tagliare i rami secchi e rimpiazzarli. E per prima cosa bisogna riordinare la CIRCOLAZIONE delle auto all’interno dell’ospedale: basterebbe recidere qualche ARTERIA stradale e consegnarla ai pedoni»
Il cardiochirurgo pediatrico sottolineava l’importanza di occuparsi anche delle piccole ARTERIE.
Il radiologo replica: «Nel mio TACcuino ho preso appunti e noto una RISONANZA negativa sul futuro dell’Azienda. Così non va bene, prima di lanciare accuse bisogna fare una RADIOGRAFIA esatta delle cose positive e negative, e poi tirare le somme».
L’urologo, con l’aria afflitta ammoniva: «Da quando sono in questa Azienda ho sofferto le PENE dell’inferno mentre qui ci sono colleghi che stanno facendo i loro CALCOLI per fini che non riesco a decifrare».
«È da MIOPI non accorgersi della situazione attuale» sbotta l’oculista «non si può fare finta di non VEDERE e chiudere gli OCCHI di fronte ad una realtà che diventa SCLEROTICA».
Il medico odontoiatra è più ottimista «Cerchiamo di stringere i DENTI, amici, l’importante è essere più INCISIVI nel prendere i provvedimenti».
Il chirurgo interviene duramente: «Questo atteggiamento è troppo morbido. Adesso parlo io! Qui bisogna solo TAGLIARE, bisogna INCIDERE profondamente e se è il caso estirpare ciò che non serve»
L’ostetrico invita alla calma: «Qui la situazione è NATA male; aspettiamo almeno NOVE MESI e vedrete che malgrado il TRAVAGLIO iniziale tutto sarà risolto. L’importante è recidere il CORDONE OMBELICALE con alcuni elementi che hanno gestito l’ospedale negli anni passati».
«Giusto» esclama la dottoressa del laboratorio analisi «L’importante è fare un ESAME di coscienza per verificare se ognuno di noi non sia colpevole della malagestione della sanità» .
Il medico della banca del sangue, avvertendo una certa SACCA di pessimismo, appare più possibilista: «Calma colleghi, ci vuole SANGUE freddo per potere affrontare questi problemi: sono i politici che devono darsi una mossa».
Il tossicologo è d’accordo: «Mi pare che qui si sia creato un ambiente malsano e abbiamo tutti bisogno di DISINTOSSICARCI dalle TOSSINE accumulate».
Il gastroenterologo ribatte: “Intanto ci vuole uno STOMACO forte per rimanere inerti di fronte a questa situazione.
Ribatte l’allergologo: «Ho una certa ALLERGIA nei confronti di chi spara a zero su tutto e su tutti, ma sono già VACCINATO nei confronti di questo disfattismo generale”.
La pediatra, che è abituata a relazionarsi coi bambini, appare più comprensiva. «Bisogna avere pazienza, d’altra parte l’Azienda deve CRESCERE e per crescere bene ha bisogno di tempo».
Il medico del pronto soccorso, insieme all’ematologo, sostengono che il PRIMO INTERVENTO da fare è quello di evitare L’EMORAGGIA di medici bravi e capaci che sono costretti ad andare fuori dalla Sicilia.
Un medico del centro ustioni replica: «Personalmente sono rimasto SCOTTATO dalla gestione precedente e non voglio rimettere il dito sulla PIAGA. Bisogna, però, RICUCIRE lo strappo che si è creato fra i colleghi e rimarginare le FERITE».
Un dietologo, professionista di FAME INTERNAZIONALE, la sa lunga e insiste nell’affermare che per mantenere un ospedale bisogna SNELLIRE la burocrazia.
L’audiologio esce completamente fuori tema: «Da questa posizione non sento nulla, non si potevano munire i presenti di AURICOLARI?»
Per ultimo è intervenuto il rianimatore: “Personalmente non credo che la situazione sia così GRAVE; non per RIANIMARE il dibattito, ma credo che con una TERAPIA INTENSIVA si può risolvere tutto. L’importante è evitare ogni tipo di ACCANIMENTO nei confronti di coloro che gestiscono l’Azienda. Noi dobbiamo mettercela tutta, se poi non va, pazienza.
E tanti altri interventi, tante belle parole, ma questo Ospedale lo aggiustiamo o no?
Giuseppe Compagno