Costanza d’Aragona: un matrimonio che andò oltre il matrimonio di stato

La saga delle regine Costanza di Sicilia: seconda parte

Autore:

Categoria:

Aiutaci a far crescere la pagina con un semplice clic sul pulsante...Grazie

23,816FansLike
1,152FollowersSegui
633FollowersSegui

C’è da immaginare che né lo sposo, né la sposa fossero particolarmente entusiasti quando, a seguito di intense trattative tra il papato e il re d’Aragona, la sorella di questi, Costanza d’Aragona, venne scelta come moglie per Federico, diventato da poco maggiorenne, all’età di quattordici anni.

Le curiose analogie tra Costanza D’Altavilla e Costanza d’Aragona

La sposa, per una curiosa coincidenza, presentava certe analogie con la defunta madre del re di Sicilia: stesso nome, molto più grande di età (aveva circa 29 anni quando sposò Federico!) ed era vissuta diversi anni in convento dopo la morte del primo marito, il re d’Ungheria, e del suo figlioletto.

Eppure, sembra che questa unione, a prima vista disarmonica, sia stata, invece, ben riuscita. La maturità della regina, la sua intelligenza, la sua conoscenza della politica e la sua ponderazione permisero di compensare il furore giovanile, l’irruenza e la mancanza di esperienza di Federico.

Dopo un anno nacque il loro unico figlio, Enrico, che venne subito incoronato re di Sicilia. La felicità della giovane famiglia durò poco: nel 1212, i grandi elettori germanici, sostenitori della dinastia sveva (Hohenstaufen o “ghibellini”) e opposti a quella di Brunswick (Welfen o “guelfi”), fecero appello al giovane re di Sicilia per contrastare Ottone di Brunswick. Federico, allettato dalla prospettiva di diventare re di Germania e imperatore del Sacro Romano Impero, si imbarcò per l’avventurosa riconquista della corona di suo padre e di suo nonno, nonostante il parere contrario della moglie.

Lasciò in Sicilia il figlio di poco più di un anno, con Costanza, alla quale affidò la reggenza del Regnum, un incarico che la giovane regina svolse con grande impegno e competenza: non si lasciò scoraggiare né dalle rivalità dei nobili di origine normanna, né dalla scomparsa dei 500 cavalieri che aveva portato con sé al momento del matrimonio e che erano stati falciati da una micidiale epidemia, assieme al loro comandante Alfonso, l’amato fratello della regina.

Dopo la disfatta di Ottone di Brunswick, Federico, diventato ufficialmente re di Germania, volle che anche suo figlio fosse incoronato “re dei Romani” (ossia di tutto l’impero), a dispetto della promessa fatta a Innocenzo III di non unire mai le due corone. Costanza, dovette lasciare il figlio in Germania, dove sarebbe stato educato: non l’avrebbe più rivisto, ma almeno avrebbe ignorato il triste destino di Enrico, ribelle all’autoritario padre, fatto prigioniero e morto suicida.

Di ritorno in Italia, la coppia venne incoronata dal Papa imperatore e imperatrice. Poco dopo, Costanza moriva a Catania, colpita da febbri maligne, mentre Federico era impegnato a domare la ribellione dei Saraceni a Jato.

Costanza riposa nella cattedrale di Palermo, in un antico sarcofago di marmo bianco. Il commovente epitaffio, dal tono non convenzionale, fu probabilmente composto dallo stesso imperatore; parla l’imperatrice che si rivolge al marito: “ Sicanie regina fui Costantia coniux augusto hic habito nunc Federice tua” (Fui regina di Sicilia, Costanza, imperatrice e sposa. Ora qui abiterò, Federico, tua).

Sarcofago di Costanza d'Aragona
Il sarcofago di Costanza D’Aragona – foto di G. Dall’Orto via wikimedia commons

Fu seppellita rivestita dai suoi ornamenti più splendidi, con vestiti sontuosi, gioielli preziosi e in testa una ricca corona, un “camaleuco” che possiamo ammirare nel Tesoro del Duomo.

Liliane Juillerat

Nella terza puntata della Saga delle Regine Costanza di Sicilia sarà raccontata la storia di Costanza: la regina beatificata dalla chiesa
Se vuoi conoscere la prima parte puoi leggere “La Gran Costanza” d’Altavilla.

Ti è piaciuto? Condividilo con gli amici!

Rimani aggiornato su Telegram

Liliane Juillerat
Liliane Juillerat
Liliane Juillerat Ferrara, cultrice di lingue, letteratura e arte, nata in Svizzera e sposata con un siciliano, ha insegnato la lingua francese all'Università di Messina per oltre vent'anni. Trasferitasi a Palermo per stare vicina ai nipoti si è ben presto lasciata ammaliare da questa città, dalla sua lunga storia e dai suoi prestigiosi monumenti. Ha da poco pubblicato con l'editore Torri del Vento un romanzo storico intitolato "Costanza d'Altavilla Così volle il fato"

1 COMMENTO

  1. Buona giornata Liliane, complimenti per la tua passione e rigorosa ricerca di questo periodo storico che con scrupolosita’ continui ad approfondire. A quando il prossimo libro? Guarisci presto che ti aspetto a maredolce

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti potrebbe interessare anche...

La vita nei vicoli di Palermo di una volta

Con piacere pubblichiamo il commento al nostro articolo sull'"Opera dei Pupi nei ricordi di un ragazzino" che evidentemente ha risvegliato nel nostro lettore, alcuni...

Il Carretto Siciliano, un’icona della cultura popolare

Il carretto siciliano per tanto tempo è stato un elemento importante della cultura popolare siciliana: una vera e propria icona! Nato come mezzo di...

La Terra di Baida, miracolosa cura di ogni male

Strano a dirsi, ma per diversi secoli la Terra di Baida fu considerata un farmaco miracoloso, addirittura presente nelle farmacopee ufficiali e venduto in...

Fiabe Siciliane: L’amore proibito del principe e della popolana

Questa triste fiaba siciliana, racconta la storia di un giovane principe che a dispetto del suo titolo si innamora di una bellissima ragazza del...

IL CARNEVALE nella storia e…in cucina

Il Carnevale è da sempre sinonimo di divertimento estremo, di libertà nel gioco, nei travestimenti e nella tavola. Mai come in questo periodo dell'anno, si esce...

Ma quantu mi siḍḍìa? Origine di un verbo caro ai siciliani

Lo abbiamo detto e sentito dire migliaia di volte, perché quando una cosa siḍḍìa, siḍḍìa e basta.Per chi non lo sapesse, il verbo siḍḍijari...