Il chiostro del monastero di Monreale

Un gioiello dell'arte siculo-normanna da non perdere!

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Ci sono molto modi di vedere il chiostro del monastero di Monreale: come un turista, col naso all’insù, guardare distrattamente il complesso architettonico, stupito per la ricchezza delle decorazioni delle centinaia di colonne; oppure cercando di immergersi dentro il luogo immaginando centinaia di monaci che alzando gli occhi dal breviario, venivano accompagnati nella meditazione dalle storie raccontate in ciascun capitello. 
Il duomo di Monreale è davvero un monumento straordinario che non finisce mai di stupire in ogni suo dettaglio ed il bellissimo chiostro del monastero benedettino di sua pertinenza non poteva essere da meno. Andiamo a scoprirlo…

Il chiostro di Monreale come spazio sacro del monastero

Il chiostro di Monreale fu costruito intorno agli anni 1170-1180 insieme al duomo, come parte del grande complesso monastico voluto da Guglielmo II. Di tutto il monastero benedettino rimangono la chiesa e il chiostro, il resto, trasformato, abbattuto o adattato, ha perso la sua fisionomia.

Chiostro del Monastero di Monreale

Il chiostro, al momento in cui fu costruito, non era il monumento che è oggi, ma un recinto sacro, un luogo vivo che simboleggiava una specie di Eden, e allo stesso modo era ricco di piante esotiche. In quello spazio, incastrato tra le alte mura del monastero, i numerosi monaci svolgevano gran parte della loro vita: lunghe passeggiate a meditare la Parola di Dio, conversazioni spirituali, quando era loro permesso, e poi il quotidiano lavoro tipico di questi cenobiti. 
Dal chiostro si accedeva facilmente alla chiesa, alla sala Capitolare, al refettorio e alle celle del dormitorio: insomma, rappresentava il centro nevralgico della vita della comunità.

La pianta quadrata, 47 metri per lato, esattamente corrispondente alla navata del duomo, e in ognuno dei quattro lati, ventisei arcate a sesto acuto si appoggiano su deliziose colonne gemelle, che alternano decorazioni intagliate ad arabeschi, intarsi a mosaico e colonne lisce. Agli angoli le colonne diventano quattro. Ogni arco presenta un doppio archivolto sottolineato da motivi in rilievo e circondato da una banda in mosaico dal disegno geometrico ricco di fantasia, evidentemente influenzato dai gusti arabeggianti che si riconoscono in tanti dettagli del complesso. 

Le doppie colonne poggiano su un basso muro di sostegno interrotto in ogni lato per ottenere quattro ingressi. 
Ogni colonna, con decorazioni uniche, si eleva sopra un plinto con basi a tre tori e termina con dei capitelli compositi meravigliosamente decorati ciascuno in modo diverso. Le basi di ogni colonna raffigurano motivi differenti tratti dal mondo animale o vegetale: zampe di leone, teste di fiere, gruppi di uomini e animali, oppure foglie e rosette stilizzate.
All’angolo sud-ovest è presente una specie di piccolo chiostro, anch’esso quadrato, che insiste all’interno del grande chiostro. Le colonne, riccamente decorate, racchiudono al suo interno una deliziosa fontana rotonda, al centro della quale si erge una colonna a forma di palma stilizzata con figure in rilievo, e dalla sommità l’acqua scorre dolcemente da bocche umane e leonine.

Nel dettaglio dei capitelli si apprezza il vero fascino del chiostro di Monreale

Dopo una tranquilla passeggiata immersi nel clima di meditazione, per apprezzare a pieno il fascino del chiostro, sarebbe opportuno fermarsi a guardare in dettaglio i particolari delle colonne e dei singoli capitelli: perché ciascuno in se stesso rappresenta una piccola opera d’arte! 

Alcuni capitelli rappresentano semplicemente esuberanti decorazioni floreali, altri, figure allegoriche e mitologiche di non facile interpretazione, ma moltissimi ci raccontano delle storie, a volte tratte dalle gesta dei normanni ma per lo più episodi di ispirazione biblica, specialmente dal Nuovo Testamento. 

Non si capisce se l’insieme dei capitelli vuole narrarci una storia unica o condurci secondo un percorso prestabilito, come pare avvenisse in certi chiostri catalani medievali. Nel chiostro del monastero di Monreale, gli studiosi non sono ancora riusciti a riconoscere un motivo dominante che possa fare da linea guida. Anche la manifattura artigianale si presenta piuttosto variegata, e benché si riconosca una sola firma scritta in latino: “Io sono il marmista Romano, figlio di Costantino” (nel diciottesimo capitello del lato nord), si riconosce la mano stilistica di diversi laboratori di varia provenienza italiana ed estera.

Tutti i doppi capitelli si presentano in una struttura monolitica con le stesse dimensioni: alti 40 cm e 65 cm di larghezza, quelli angolari sono il doppio. La maggior parte sono di ordine corinzio o composito, a forma di calice, la cui parte inferiore è decorata con una frangia di foglie d’acanto che servono come base per le figure scolpite. Sono realizzate in marmo di Paros in parte proveniente da antichi monumenti greci.

Per quanto riguarda le scene figurative e narrative in alcuni capitelli vengono rappresentati episodi del Vangelo come la fuga dall’Egitto, la Visitazione, L’annunciazione ai pastori e il sogno di san Giuseppe. Ogni capitello forma un blocco unico, talvolta al di sopra riportano iscrizioni esplicative, altre volte arabeschi o figure più piccole. 

Alcuni capitelli speciali da non perdere!

Notevole talento va riconosciuto all’artista che ha eseguito i capitelli dell’angolo sud-est. Ed importante soffermarsi ad ammirarli nel dettaglio. Ne descriviamo un paio, lasciando ai visitatori curiosi il compito di immergersi nell’interpretazione degli altri.

Molto significativo è il capitello dove viene riportato il tema della croce: Sant’Elena e l’imperatore Costantino sostengono il segno, affermando che il potere dei governanti deve essere al servizio della Chiesa. La simbologia viene rafforzata nel lato orientale dello stesso capitello dove viene rappresentato il trionfo della Chiesa sulla Sinagoga: due donne incoronate portano due stendardi, uno sollevato e l’altro, con l’asta spezzata, inclinato verso il suolo. 

Capitello della Dedicazione – Disegno tratto dal Lo Faso

Sontuoso è il capitello della dedicazione che rappresenta da un lato l’Agnello di Dio tra Fede, Speranza, Giustizia e Carità, e dall’altra il re Guglielmo II che offre la chiesa alla Vergine.
Una immagine simile la troviamo all’interno della cattedrale nel mosaico della donazione nel coro. A ben guardare l’angolazione in cui è riportata la cattedrale, si ha la sensazione che il capitello sia stato progettato per occupare un posto specifico all’interno del chiostro. Tuttavia è chiaro l’intento programmatico del sovrano che lo volle realizzato: non a caso il re Guglielmo II è rappresentato come colui che dona il tempio santo alla Madonna in trono con il Bambino. L’iscrizione sopra il capitello “Rex qui cuncta regis Siculi data suscipe regis” (Re, che governi tutte le cose, accetta l’offerta del Re di Sicilia) crea un legame tra il “Re dei re” che è Cristo e Guglielmo II che ne vuole rappresentare in terra la sovranità.

Ma non finisce qui, il resto tocca ai visitatori: ogni capitello ha una storia che va cercata, ammirata e possibilmente compresa… così come possiamo, magari semplicemente ammirandola con gli occhi e conservandola nel cuore.

Saverio Schirò

Per visitare il chiostro: informazioni

Si consiglia di verificare telefonicamente gli orari d’ingresso e il costo del biglietto: Tel.: 0916391111 81015 – 0916391111 81011

  • Il chiostro del Monastero si trova a Monreale, in piazza Guglielmo il Buono.
  • Apertura: Chiostro
  • dal lunedì al sabato – dalle 9.00 alle 19.00
  • domenica e festivi – dalle 9.00 alle 13.30
  • Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura 

Costo: Si paga un biglietto –
Gratis: 10 marzo in occasione de “La giornata dei Beni Culturali Siciliani” e le prime domeniche del mese (quando attiva)

Fonti:

  • Ciro Lomonte, Il chiostro dei benedettini a Monreale, in Academia.edu
  • Louise-Elisabeth Queyrel, « Les chapiteaux du cloître de Monreale : la légitimation de la dynastie normande en Sicile (1166-1185) », Bulletin du centre d’études médiévales d’Auxerre | BUCEMA [En ligne], 18.1 | 2014
  • Bianca Maria Alfieri, La Cathédrale de Monreale, Istituto geografico De Agostini, Novara 1983
  • Domenico Lo Faso Pietrasanta Duca di Serradifalco, Del Duomo di Monreale e di altre chiese siculo-normanne, Bruno Leopardi Editore, Carini 1995

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Saverio Schirò
Saverio Schiròhttps://gruppo3millennio.altervista.org/
Appassionato di Scienza, di Arte, di Teologia e di tutto ciò che è espressione della genialità umana.

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