La piritiera: un soffio di eleganza dal passato

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Avete mai sentito parlare della piritiera? E della sua antenata, la vanvera? No, non stiamo parlando di qualche strana creatura o di un’antica divinità. Stiamo parlando di un oggetto che, nel corso dei secoli, ha accompagnato le persone con discrezione e efficacia, soprattutto nelle occasioni più formali.

La vanvera, originaria della Venezia del 1600, era un oggetto più rustico, consideriamola una sorta di “piritiera di base”. Era una specie di mutanda in pelle morbida che doveva aderire perfettamente con le natiche, e in strategica corrispondenza dell’orifizio anale si collegava ad un sacchetto che doveva raccogliere i gas intestinali emessi, attutendo il fetore ed anche il fastidioso rumore. Veniva utilizzata sotto gli abiti sontuosi e voluminosi delle donne, soprattutto durante lunghi banchetti, riunioni di famiglia o eventi galanti organizzati dalla nobiltà.
Insomma, un modo discreto ed elegante per gestire le imbarazzanti flatulenze.

“Parlare a vanvera”: quando le parole non dicono niente

Ma perché vi racconto tutto questo? Beh, oltre ad essere una curiosità storica, la vanvera dà senso ad un divertente modo di dire utilizzato in tutta Italia: “parlare a vanvera”.

Come documentato da fonti autorevoli, è proprio questo strumento che ha dato origine all’espressione “parlare a vanvera“, inizialmente utilizzata per indicare un discorso fatto col “sedere” e per questo privo di sostanza,”all’aria” proprio come le flatulenze contenute nello strumento. Col tempo, l’oggetto è scomparso, ma l’espressione è rimasta, assumendo il significato odierno di “parlare a vuoto“.

Dalla vanvera alla piritiera siciliana

Piritiera siciliana
Piritiera siciliana del XIX secolo conservata nel museo Pitrè

Non siamo certi che la piritiera sia un oggetto tipicamente siciliano o se in altre parti d’Italia e del mondo sia mai stato adoperato. Qualcuno ne mette in dubbio perfino l’esistenza, dal momento che l’uso non è documentato in fonti storiche o letterarie, ma è basato principalmente su tradizioni orali e aneddoti, ma l’esemplare conservato nel Museo Pitrè di Palermo toglie ogni dubbio.

L’associazione tra vanvera e piritiera è legata alla loro comune finalità: rendere socialmente accettabile un atto considerato imbarazzante, soprattutto in contesti eleganti e formali. Tuttavia la modalità e il contesto in cui venivano usati sono differenti.
La piritiera, infatti, è propriamente un contenitore in vetro che dunque non poteva essere indossato. Probabilmente per assolvere il suo scopo doveva essere collegato ad un tubo in gomma che raggiungeva l’utilizzatore. Usato soprattutto dagli sposi nelle prime notti di nozze, specialmente dopo il lauto e pesante banchetto nuziale, il “tubo” (non oso immaginare da dove partiva!) poteva essere collegato con l’esterno per espellere le flatulenze, oppure sotto il letto appunto con l’apposito “contenitore”.

La piritiera oggi: un cimelio del passato o un’idea per il futuro?

Oggi la piritiera è un oggetto da collezione, un cimelio del passato che ci ricorda la vita ai tempi dei nostri nonni, ma chissà, magari un giorno tornerà di moda! Potrebbe essere un’ottima idea regalo per un amico particolarmente timido o per chi ama l’arredamento vintage.
E voi, cosa ne pensate? Avevate mai sentito parlare della piritiera o della vanvera? Conoscete espressioni divertenti legate alla storia di questi oggetti di uso quotidiano?

Saverio Schirò

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Saverio Schirò
Saverio Schiròhttps://gruppo3millennio.altervista.org/
Appassionato di Scienza, di Arte, di Teologia e di tutto ciò che è espressione della genialità umana.

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