Lavare i denti, previene la carie, i disturbi gengivali e limita il deposito di placca batterica e tartaro sullo smalto dentale che a lungo andare conferisce loro un aspetto giallastro e malsano. Si tratta di un’azione che facciamo troppe volte così abitudinariamente da diventare quasi un gesto inconsapevole. Invece avere alcune conoscenze è molto importante. Cosa bisogna sapere sulla igiene del bocca? Conosciamo per prima cosa i denti, come sono fatti e a cosa servono.
Come è fatto un dente?
I denti, ancorati saldamente alla matrice ossea, variano per forma e dimensioni ma ciascuno è distinguibile in tre parti. La corona è la parte visibile del dente, quella che si sviluppa fuori dalla gengiva. È ricoperta da smalto dentale, un tessuto durissimo, composto principalmente di idrossiapatite, un minerale molto resistente che contiene una matrice di ioni di calcio e di fosfato. Al di sotto, la dentina, più scura dello smalto, è composta da cristalli di idrossiapatite con un 30% da sostanza organica simile a quella ossea: la dentina è già sensibile perché vi si irradiano fibre sensoriali. Il colletto è un solco che divide la corona dalla radice. Alla base di ogni dente, troviamo la radice con un numero variabile di cuspidi. All’apice di ogni cuspide radicolare un’apertura consente il passaggio di vasi sanguigni e nervi che si immettono nella cavità interna della corona occupata dalla polpa dentaria: la camera pulpare.
Arcata dentaria e dentizione
L’arcata dentaria degli uomini è formata da serie diverse di denti che hanno scopi precisi e differenti uno dall’altra. Gli incisivi, posti sul davanti hanno forma affilata e tagliente per recidere il cibo. Ai lati, i canini, appuntiti e forti sono utilissimi per strappare e lacerare, mentre all’indietro, con forme più piane e cuspidate, premolari e molari sono indispensabili per triturare e masticare i cibi rendendoli pronti ad essere inghiottiti.
Il numero dei denti è diverso dall’infanzia fino all’individuo adulto: dai sei mesi, circa, quando cominciano ad erompere, e fino ai due anni un bambino completa la sua dentizione con 20 denti detti decidui(perché destinati ad essere cambiati). 10 per ogni arcata: 4 incisivi, 2 canini e 4 molari.
La seconda dentizioneè composta dai denti permanenti. Quando il bambino ha circa sei anni, i denti permanenti cominciano a svilupparsi rimpiazzando i denti decidui che cadono per erosione della radice. Questo processo dura per sei anni formando per ogni arcata 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 4 molari. Solo verso circa i vent’anni (e non sempre) erompono i “denti del giudizio” in numero di 2 (terzi molari) cosicché l’uomo adulto è provvisto di trentadue denti.
Quanto durano i denti?
In teoria, i denti dovrebbero durare per tutta la vita e oltre, se consideriamo che i teschi umani ritrovati hanno ancora denti attaccati alla matrice ossea. E così dovrebbe essere se non intervenissero delle situazioni nocive che ne causano il deperimento.
La causa più diffusa è la carie dentaria, da considerare alla stregua di una vera e propria malattia dei denti. Certo esistono poi delle malattie vere e proprie, ma non è qui il caso di parlarne. Quello che ci interessa è capire cos’è la carie e come prevenirla il più possibile.
Si tratta della corrosione dello smalto dei denti ad opera degli acidi che si formano nella bocca quando mangiamo zuccheri. L’acido agisce sullo smalto dei denti formando a lungo andare una cavità. Qui i residui di cibo rimangono più a lungo e se la cavità non viene otturata dal dentista, la fessura raggiunge la polpa dentaria che può infettarsi fino alla fine della radice, dove può formarsi una raccolta di pus: l’ascesso.
Sfortunatamente il processo della carie, spesso, non si interrompe finché tutta la corona non è stata erosa e il dente a quel punto deve essere estratto.
Prevenzione e buone abitudini
Le buone abitudini sono il miglior mezzo per prevenire la carie ed i disturbi della bocca. Ecco perché è fondamentale farle diventare consuetudini fin da quando si è bambini.
La primissima cosa da fare è limitare al massimo l’assunzione di zuccheri in tutte le forme: assolutamente da evitare il ciuccio intriso di zucchero che alcune mamme (spero non più nessuna!) avevano l’abitudine di dare ai propri piccoli per farli stare buoni. Lo zucchero fa sempre male e non solo ai denti, dunque pochissimo.
Al secondo posto stanno le buone abitudini alimentari. I denti decidui iniziano a formarsi dopo solo un mese di vita embrionale, già dalla pancia della mamma, dunque! Quindi una buona alimentazione durante la gravidanza e poi nell’infanzia, sta alla base di una buona dentatura.
Infine la buona abitudine della quotidiana igiene della bocca completa il quadro della prevenzione per mantenere sani i denti.
Piccoli consigli per una corretta igiene della bocca
Quante volte lavare i denti
Spesso, ma senza farne una fissazione. Lavare i denti per ogni cosa che si introduce in bocca è una fissazione esagerata: basterebbero due volte al giorno, mattina e sera: per i più igienisti dopo i pasti principali è più che sufficiente.
Come lavare i denti
Partiamo dallo spazzolino. Elettrico o manuale è praticamente la stessa cosa, anche se pare che lo spazzolino elettrico sia da preferire. L’importante che sia di setole artificiali (normalmente in nylon) con le punte arrotondate e di media durezza per non stressare troppo lo smalto o ledere le gengive. Meglio se la testina è piccola per raggiungere facilmente ogni anfratto della bocca. Manici speciali, setole particolari, accorgimenti strutturali complessi sono per lo più solo incentivi di marketing che aumentano solo il prezzo dello spazzolino.
Lo spazzolino va pulito con acqua corrente e conservato all’aria aperta (in un bicchiere con la testina rivolta verso l’alto) in modo che si asciughi perfettamente. Coprirlo con una protezione sembra più igienico, ma favorisce la proliferazione batterica sulle setole, per cui è bene assicurarsi che la copertura abbia un numero sufficiente di fessure per consentirne l’areazione. Lo spazzolino va cambiato appena si nota che le setole sono piegate od usurate: in media circa ogni tre mesi.
Come si usa lo spazzolino per lavare i denti
Senza entrare in note tecniche super specializzate che si possono trovare in Rete e in video, va ricordato semplicemente che il gesto del lavaggio dei denti non dovrebbe essere automatico ma consapevole. Vanno spazzolati per bene, dal basso in alto e viceversa, tutti i denti e in ogni loro superficie. Con sistematicità facendo attenzione a rimuovere ogni residuo di cibo tra un dente ed un altro. L’azione dello spazzolamento deve essere deciso, ma non eccessivamente energico per evitare di lesionare le gengive o graffiare lo smalto. Si inizia a partire dagli incisivi, per spostarsi lentamente verso i molari per ogni arcata dentaria.
Quale e quanto dentifricio adoperare per lavare i denti
Sul dentifricio il discorso si fa complesso. Voglio ricordare che l’igiene della bocca serve essenzialmente a rimuovere residui di cibo e plAcca dentaria che si “incolla” sulla superficie dei denti e nella mucosa della bocca. Si parla sempre e troppo dei batteri, ma questi sono sempre presenti nella nostra bocca e normalmente non causano alcun problema, per cui mi sembra eccessiva la preoccupazione che si ripone incoraggiando l’uso di dentifrici e colluttori antibatterici per ogni occasione. Lo spazzolino è di norma sufficiente se usato correttamente insieme all’acqua semplice da usare per sciacquare abbondantemente il cavo orale. Basta provare qualche volta un idropulsore per vedere quanti residui di cibo ancora rimangono in bocca dopo avere lavato i denti.
Recenti studi hanno dimostrato tuttavia che il fluoro nel dentifricio, a lungo andare, riesce ad interagire con l’idrossiapatite di cui è fatto lo smalto, rinforzandone la struttura. Allora, dopo avere spazzolato per bene i denti (per almeno due minuti) solo con l’acqua, è possibile mettere una nocciolina di dentifricioal fluoro e ripassare sui denti per profumare l’alito e permettere al fluoro di venire a contatto con lo smalto. Daevitare comunque ogni tipo di fluoro ai bambini, sia in compresse che nel dentifricio perché il fluoro è altamente tossico ed ingerirlo anche a piccole dosi fa male.
Altre piccole considerazioni
Il filo interdentale. Sarebbe buona abitudine usare il filo interdentale per rimuovere la placca ed i residui di cibo tra un dente ed un altro. Molti non sono abituati a farlo e spesso la manovra è ostacolata dalla conformazione dentale che non sempre permette di introdurre il filo tra due denti. Dove possibile sarebbe opportuno usarlo. L’idropulsore dentale assolve abbastanza bene e in maniera più semplice lo stesso compito: dopo ogni pasto un passaggio di acqua ad alta pressione rimuove quasi tutto il cibo residuo tra i denti.
Le pastiglie rivelatrici di placca. Sono delle compresse colorate da masticare dopo avere lavato i denti. Distribuito con la lingua il bolo sui denti e sciacquata la bocca, il colore aderirà alla placca rimasta tra i denti mostrando le parti che abbiamo trascurato. Fatto per alcune volte la prova, impareremo a non trascurare nessuna parte della bocca e così la manovra può essere diradata nel tempo a due tre volte l’anno.
I colluttori. Si tratta di presidi a base di acqua ed altre sostanze antibatteriche, fluoro, xilitolo, dolcificanti e a volte alcol. Ce ne sono alcuni medicati e venduti solo in farmacia ed altri cosmetici venduti liberamente. Francamente ne sconsiglierei l’uso di entrambi se non prescritti da un odontoiatra. La presenza di clorexidina come disinfettante ha effetti collaterali non indifferenti e la presenza di fluoro può alla lunga dimostrarsi pericolosa: prudenza e attenzione a non credere a tutti i proclami pubblicitari che ne esaltano le qualità!
Sbiancamento dei denti. Non esistono prodotti commerciali che possono sbiancare in maniera permanente i denti. Se si lavano i denti regolarmente e bene rimarranno sempre bianchi e belli ma con la colorazione naturale. Sbiancamenti efficaci (e comunque non permanenti) possono essere eseguiti presso gli odontoiatri che posseggono prodotti efficaci ma delicati da usare solo da mani esperte.
A livello casalingo potete usare il vecchio rimedio della nonna con il bicarbonato di sodio. Si usa spazzolando i denti già puliti con un pizzico di bicarbonato che fa da abrasivo rimuovendo la patina esterna ingiallita. I risultati sono accettabili ma il bicarbonato va usato di rado, al massimo una volta al mese, per evitare che l’abrasione continua dello smalto ne ledi la superficie esponendola ancora di più agli agenti acidi.
In conclusione
Lavare la bocca ed i denti è una pratica da fare con metodo e costanza e insegnarla come “abitudine obbligata” anche ai nostri bambini, magari facendolo insieme come un gioco. Va accompagnata con una dieta varia e moderata e per ultimo, ma di importanza capitale è eseguire una visita odontoiatrica con eventuale rimozione di placca residua o tartaro organizzato almeno due volte l’anno, in modo da identificare sul nascere piccole crepe o imperfezioni che possono preludere all’insorgere della carie.
Saverio Schirò
Fonti: |
Wikipedia.org: dente |
Nora H. de Leeuw, Resisting the Onset of Hydroxyapatite Dissolution through the Incorporation of Fluoride, in The Journal of Physical Chemistry B, 2004 |
Lescienze.it, Come il fluoro rafforza i denti |
Federico Povoleri, La bella favola del fluoro, in luogocomune.net |
Immagine del dente: Autore: KD Schroeder-Diagramma di dente umano-en.svg da Wikimedia Commons Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 |