Fino ai primi anni ’20 del ‘900, Palermo aveva nel suo centro storico, un antico quartiere medievale noto con il nome di Conceria. Non immaginate però i classici borghi medievali come Caccamo o Erice, infatti il quartiere era noto a tutti per i suoi vicoli bui e tortuosi, ed una grande densità di gente di malaffare. Tale fama, forse veritiera, era dovuta alla grande presenza di nascondigli, anche sotterranei, che si trovavano in quest’area, e che offrivano un valido rifugio per ladri, prostitute, fuggitivi e fuorilegge vari.
Proprio per la sua conformazione e per il suo status di territorio franco (si dice che persino i soldati avessero timore di addentrarvisi), questo quartiere fu la culla segreta di molti moti rivoluzionari, e per tale motivo in più occasioni regni e governi cercarono di intervenire per risanarlo.
La storia del quartiere inizia nel medioevo (o forse addirittura prima), quando i conciatori di pelli aprirono le loro botteghe lungo le sponde del Papireto, data la grande quantità d’acqua necessaria alla loro professione. Le prime notizie ufficiali sull’esistenza di questo luogo risalgono ad un atto notarile del 1287, in cui si fa menzione del “fiume che scende dalla Conceria”.
Da allora molti fatti storici si susseguirono tra questi vicoli, tra cui l’apertura di un sottopassaggio che consentiva l’accesso diretto degli abitanti al mercato della Bocceria Nova dopo l’apertura della via Maqueda (dato che la strada era più alta rispetto al quartiere della Conceria, situato in una depressione naturale del terreno).
Durante i moti antiborbonici del 1820, il quartiere fu un vero fermento di rivoltosi, tanto che il tenente generale Vito Nunziante, decise di adottare misure drastiche, con la chiusura di tutti i sotterranei e la demolizione di alcuni edifici, volta a diradare le costruzioni, costituendo al tempo stesso una grande piazza in cui fu collocato un mercato coperto.
Poi arrivò la via Roma.
L’opera di realizzazione della grande arteria cittadina, che doveva facilitare i collegamenti tra il porto e la stazione dei treni, prevedeva un vero e proprio taglio della città, con la demolizione di numerosi edifici. La costruzione del primo tratto di questa via, nel 1892-93, intervenne solo marginalmente sulla struttura del quartiere, alterandone certo la conformazione, ma lasciando intatti gli edifici principali (tra cui la chiesa della Madonna della Volta, famosa in tutta la città e testimone di importanti eventi storici).
Purtroppo tale memoria storica non fu preservata dal barbaro intervento avvenuto nei primi anni ’30, che vide il governo fascista dare una chiara impronta alla città, sventrando il quartiere completamente per fare spazio ad alti edifici squadrati, così come la struttura della nuove strade che li avrebbero attraversati.
Il quartiere della Conceria scomparve così del tutto, persino dalla toponomastica cittadina che preferì dedicare quelle vie ad altre città italiane come Venezia, Napoli e Bari, cancellando così la memoria storica di Palermo.
Samuele Schirò