Per tutti coloro che sono appassionati di misteri e antichità, oggi vi condurrò alla scoperta di un luogo particolare nel cuore della Sicilia più remota e affascinante! Un luogo dove il mito si intreccia con la storia, l’archeologia abbraccia la geologia e la natura si rivela in tutta la sua forza primordiale: Palikè, la terra degli dei Palici!
Il Mito degli dei Palici: gemelli divini e guardiani della terra
Quali erano le forme religiose degli antichi popoli della Sicilia? Miti, leggende e culti hanno lasciato segni quasi impercettibili che mettono a dura prova l’interpretazione degli antropologi. In tempi remotissimi della storia della Sicilia, quando l’isola era abitata dalle antiche popolazioni degli Elimi, Sicani e Siculi, esisteva sicuramente una forma di religiosità primitiva legata alle condizioni geografiche dei diversi luoghi.
A partire dall’VIII secolo a.C, quando i primi coloni greci si insediarono nella Sicilia orientale, ecco che la religione greca, con tutto il suo impianto mitologico si integrò nelle credenze della popolazione sicula. Ecco sorgere allora culti e miti di divinità nate dalle profondità della terra, legate ai fenomeni vulcanici e alle sorgenti sulfuree, nei pressi dell’Etna e della piana di Catania: ebbene, gli dei Palici sono proprio questo!
Secondo la mitologia, i Palici erano gemelli divini, figure misteriose e potenti che, a secondo della leggenda che li riguarda, sono nati da un’unione tra Zeus e la ninfa Talia o, secondo altre versioni, dal dio siculo Adranos e la ninfa Etna. Questi dei sotterranei, venerati dai Siculi, erano considerati i protettori della terra e dell’oltretomba, giudici morali e difensori dagli oppressori. Il loro culto era strettamente legato alla natura e alle forze ancestrali le cui manifestazioni erano visibili in superficie.
Pensate che i Palici erano la personificazione dei getti d’acqua e dei fenomeni vulcanici, una rappresentazione della potenza e del mistero della terra. Per cui i Siculi, con timore e rispetto, si rivolgevano a questi dei per ottenere raccolti abbondanti, per porre fine alle carestie o per ricevere giustizia.
Il Santuario degli dei Palici: un luogo di potere e giustizia
Il cuore di questo culto era il santuario dedicato ai Palici, situato nei pressi di quelli che oggi sono conosciuti come laghi di Naftia, vicino a Palagonia nel catanese. Anticamente, questi laghi erano in realtà crateri ribollenti di acqua sulfurea, dai quali si innalzavano vapori e getti d’acqua. Lo storico Diodoro Siculo descrisse questi luoghi come “crateri che spingono l’acqua da un’indicibile profondità”.
![Sacerdoti del culto degli dei Palici ricostruzione con AI](https://www.palermoviva.it/wordpress/wp-content/uploads/2025/02/Rituale-Leonardo-AI-1024x579.jpg)
Il santuario era molto più di un semplice luogo di culto: era un centro di potere, dove si svolgevano giuramenti solenni e ordalie, riti per determinare la verità e risolvere dispute. Immaginate la scena: i sacerdoti che invocavano i Palici, i contendenti che si avvicinavano ai crateri, pronunciavano i giuramenti e gettavano tavolette nell’acqua sulfurea. Se la tavoletta galleggiava, il giuramento era valido, altrimenti la verità era stata svelata. Un vero e proprio tribunale divino!
Il santuario era anche un luogo di rifugio per gli schiavi maltrattati. Questo aspetto rivela una profonda valenza politico-sociale del culto dei Palici, in particolare nel contesto dell’antica Sicilia, dove le tensioni tra Greci e Siculi erano molto forti. I resti archeologici mostrano che il santuario era una struttura complessa, con portici e alloggiamenti, e che è stato un importante centro di culto per secoli.
Palikè: la città di Ducezio e il Santuario
![Ducezio e la città di Palikè - ricostruzione immaginaria con AI](https://www.palermoviva.it/wordpress/wp-content/uploads/2025/02/Soldato-antico-Ducezio-Leonardo-AI-640x362.jpg)
In questo contesto, intorno al santuario degli dei Palici, il capo siculo Ducezio decise di fondare la città di Palikè nel 453 a.C.. La città divenne il centro della sua lega di città sicule, simbolo della loro resistenza contro l’espansione greca. Ducezio, un vero leader carismatico, comprese l’importanza del santuario come luogo di culto e di potere, e scelse di stabilire la sua capitale proprio in questo luogo sacro. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce diverse strutture, tra cui:
L’ hestiaterion, in pratica una sala da banchetto che rivela l’influenza dell’architettura greca nel mondo siculo.
Le stoai, portici che delimitavano l’area del santuario.
Due edifici con bothroi circolari. I bothroi erano delle fosse scavate nella pietra o nella terra destinate alle offerte rituali per le divinità sotterranee. Vittime animali venivano sgozzate sopra di esso facendo gocciolare il sangue al suo interno.
Sono state rinvenute anche alcune tombe a grotticella, scavate nelle pareti della roccia ed i resti di un abitato preistorico, risalente al Paleolitico e al Neolitico.
La storia di Palikè è un susseguirsi di epoche e cambiamenti. Dopo il periodo di Ducezio, la città fu abbandonata, ma il santuario continuò ad essere frequentato per secoli, testimoniando la continuità e la forza del culto dei Palici.
Il paesaggio che incuriosisce: i laghi di Naftia e la Mofeta dei Palici
Oggi, i laghetti descritti da Diodoro non ci sono più. Nel 1933, le pozze sono state prosciugate per sfruttare l’anidride carbonica. Ciò che rimane è la Mofeta dei Palici, la più grande mofeta umida d’Europa, un fenomeno geologico che continua a suscitare interesse e meraviglia.
Ma cosa sono le mofete? Sono emissioni gassose, principalmente anidride carbonica, che fuoriescono dalla terra, spesso accompagnate da un odore sulfureo. A Palikè, queste emissioni hanno creato un paesaggio unico, con i famosi laghetti che un tempo ribollivano come “pentole sul fuoco”. Lo studioso Francesco Ferrara, nel 1805, descrisse l’acqua dei laghi come “sempre fredda” e con un forte odore di bitume. Anche se i laghetti non ci sono più, l’area continua a emanare un’atmosfera di mistero e potenza, grazie alla forza della geologia e alla persistenza della memoria del mito.
![Palikè il sito archeologico dove era ubicato il santuario dei Palici](https://www.palermoviva.it/wordpress/wp-content/uploads/2025/02/Palike-il-sito-archeologico-wiki.jpg)
Oggi di tutto questo restano i segni nell‘area archeologica di Palikè, che fu la terra dei Palici. Questo luogo magico aspetta solo di essere scoperto e vissuto, tra resti archeologici e fenomeni naturali che ci ricordano le antiche divinità dei nostri antenati.
Informazioni utili per la visita al sito archeologico di Palikè:
Ecco le informazioni pratiche per organizzare la vostra avventura a Palikè
- Dove si trova: Il sito archeologico di Palikè si trova in località Rocchicella, a circa un chilometro da Palagonia (CT), in Sicilia. C/da Rocchicella, Catania Comune : Mineo Tel. : 3315771468
- Come arrivare: L’area è raggiungibile in auto, seguendo le indicazioni per Palagonia e poi per Rocchicella. Vedi mappa
- Orari ingresso : da martedì a sabato, dalle 9.00 alle 13.00 – mercoledì dalle 9.00 alle 16.00
Biglietto singolo intero : 2,00 €
Biglietto singolo ridotto: 1,00 €- Cosa vedere:
- Il sito archeologico, con i resti dell’abitato e del santuario.
- L’Antiquarium, un’esposizione dei materiali rinvenuti durante gli scavi.
- Le grotte e i sentieri che circondano l’area.
- Il paesaggio della mofeta, che nonostante non vi siano più i laghi, resta molto suggestivo.
- Cosa portare: Scarpe comode, acqua e cappello, soprattutto se visitate il sito nelle ore più calde.
- Consigli: Lasciatevi guidare dall’immaginazione, e cercate di sentire le voci del passato in questo luogo che ha tanto da raccontare.
- Maggiori informazioni nel sito dedicato: Palikè della Regione Sicilia
Saverio Schirò
Fonti tratte da academia.edu:
- L. MANISCALCO, Offerte rituali presso il santuario dei Palici in età classica ed ellenistica
- ID. Le fortificazioni di Porta Udienza a Mineo e dell’abitato di Paliké nell’ambito delle strutture di difesa dell’area tra la Piana di Catania e i Monti Iblei
- ID. The Sanctuary of the Divine Palikoi: Cult Activities and Economic Activities around the Sacred Lakes
- ID. Il santuario dei Palici alla luce delle ultime indagini