Vivere con il defibrillatore: una guida per i pazienti portatori di ICD

I defibrillatori impiantati hanno salvato migliaia di vite umane in tutto il mondo e migliorato il livello di sicurezza dei pazienti a rischio di arresto cardiaco improvviso.

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Vivere con il defibrillatore impiantabile (ICD) cambia la vita: ma per chi deve subire l’impianto è un momento di disorientamento e di preoccupazione. Il defibrillatore è un salvavita, ecco una guida per conoscere quello che c’è da sapere su questo dispositivo ed accoglierlo come una risorsa e non come un impedimento.

Il defibrillatore impiantabile è un dispositivo medico di piccole dimensioni, poco più grande di un pacemaker. Funziona come un pacemaker se il ritmo del paziente rallenta troppo, ma la loro funzione principale è quella di riconoscere ed interrompere un ritmo cardiaco troppo elevato da diventare pericoloso per la salute del paziente.

Chi ha bisogno di un defibrillatore impiantabile?

Il cuore è muscolo dotato di un complesso sistema elettrico che produce gli stimoli necessari a contrarre e rilassare le sue camere nella sequenza appropriata per pompare il sangue in tutto il corpo (⇨ “Il cuore come è fatto e come funziona”).
Quando il cuore funziona correttamente, in condizioni di riposo le camere cardiache si contraggono a una frequenza intorno ai 60 – 80 battiti al minuto, accelerando se necessita un ulteriore apporto di sangue, come in caso di sforzi o attività fisica.
I segnali elettrici possono però diventare irregolari o subire interruzioni: il battito può diventare troppo rapido (tachicardia) o troppo lento (bradicardia).

Gli ICD sono progettati per il trattamento di disturbi del ritmo cardiaco quando diventa pericolosamente rapido: Tachicardia ventricolare e Fibrillazione ventricolare, sono aritmie pericolose che riguardano le camere inferiori del cuore, appunto i ventricoli che sono quelli deputati a pompare il sangue nell’organismo.
Nel corso di
tachicardia ventricolare (⇨ vedi) il cuore può arrivare a frequenze molto elevate che possono raggiungere anche 180 – 190 battiti al minuto o più, e diventare incompatibile con una efficace funzione della pompa cardiaca.

La fibrillazione ventricolare è un arresto cardiaco improvviso vero e proprio poiché le frequenze diventano così elevate e scoordinate da risultare come una sorta di tremolio dei ventricoli che di fatto ne impedisce la contrazione e quindi di pompare efficacemente il sangue: condizione che può essere fatale se non si interviene immediatamente.
Alcune persone riescono a sopravvivere a patto che siano sottoposte ad un trattamento immediato di
rianimazione cardiopolmonare (⇨ tecniche rianimatorie di base) per continuare a portare il sangue agli organi vitali, ed al più presto, erogare uno shock da un defibrillatore esterno per fare cessare l’attività elettrica caotica e ripristinare il ritmo cardiaco normale.

Queste aritmie pericolose possono avvenire in persone apparentemente sane ma che invece soffrono di patologie cardiache misconosciute o ereditarie, oppure in persone che soffrono di insufficienza cardiaca ed hanno la funzionalità di pompa ridotta ( “L’insufficienza cardiaca: una guida per il paziente”) . A chi è riconosciuto a rischio, viene proposto l’impianto del defibrillatore come un possibile salvavita in caso si eventi aritmici gravi.
Questo significa che possono beneficiare di un ICD salvavita persone di tutte le età!

Se vuoi saperne di più continua a leggere tutto quello che c’è da sapere sull’impianto ICD, sui dispositivi e molto altro ancora…

Come funziona un defibrillatore impiantato?

Defibrillatore
Differenti tipi di defibrillatore

L’ICD viene impiantato sotto la cute (solitamente sotto la clavicola sinistra) e collegato al cuore con uno o più elettrocateteri, che sono dei cavi metallici sottili rivestiti di materiale isolante.
Attraverso questi elettrocateteri, l’ICD monitorizza il battito cardiaco costantemente e, come un pacemaker, è capace di stimolarlo se rallentasse al di sotto dei parametri di programmazione. Ma il suo specifico è di riconoscere e trattare eventuali episodi di Tachicardia Ventricolare o Fibrillazione ventricolare.  

Una volta riconosciuto l’evento aritmico e confermatolo dopo le analisi discriminatorie per distinguerlo da artefatti o da accelerazioni fisiologiche, attiva la terapia. Per le tachicardie riconosciute come meno gravi, in attesa di intervenire con lo shock, il dispositivo eroga un trattamento a bassa energia chiamato stimolazione antitachicardica (ATP) che se risulta efficace sospende l’erogazione dello shock. In questo caso, il paziente spesso neppure si accorge di avere avuto una aritmia grave e l’intervento del suo ICD. Se questo tipo di terapia non dovesse riuscire, il defibrillatore erogherà uno shock elettrico al muscolo cardiaco in modo tale da interrompere il rapido ciclo dell’aritmia.
In entrambi i casi, all’interrogazione del dispositivo gli eventi saranno evidenziati nella memoria.

Cosa si sente quando il dispositivo eroga uno shock?

Le persone avvertono lo shock in modo diverso,  e l’esperienza mi conferma che la sensazione può essere molto variabile. Alcuni pazienti possono addirittura non rendersene conto (spesso perché l’evento è notturno oppure si è svenuti prima dell’erogazione), altri possono provare una lieve sensazione, altri ancora lo descrivono come un calcio al petto o un lampo di luce che viene dall’interno.
Ricevere uno shock, può essere fastidioso, e per alcuni drammatico, di contro questo indica che la risposta dell’ICD a un disturbo molto pericoloso del ritmo cardiaco probabilmente gli ha salvato la vita.

Con che frequenza avvengono gli shock?

Ovviamente non esiste una regola né possibilità di prevederlo. Alcuni pazienti con un ICD impiantato da anni non hanno mai ricevuto nemmeno un solo shock, non è insolito trovare pazienti che hanno ricevuto uno shock solo una o due volte, pur avendo defibrillatore impiantato da molti anni, altri invece, se non fosse per il defibrillatore….
Tutto dipende dal tipo di patologia che sta sotto e da una serie di variabili che rendono impossibile predire di quale terapia elettrica si potrà avere bisogno in futuro.

Cosa devo fare se ho ricevuto uno shock?

Per prima cosa bisogna chiarire che gli eventi aritmici possono insorgere senza alcuna causa apparente: non dopo sforzi o arrabbiature o attività particolari, ma spesso a riposo e inaspettatamente, cioè in pieno benessere: come un fulmine a ciel sereno! Se dovesse accadere, la cosa migliore da fare è trovare un posto dove sedersi e riprendere fiato constatando che il ritmo del cuore dovrebbe essere ritornato normale. Si potranno avvertire lievi capogiri o sentirsi un po’ disorientati per un breve periodo di tempo, per questo è consigliabile stare tranquilli. Alcuni pazienti si rimettono in pochi minuti mentre altri ci impiegano delle ore.
Se dopo l’evento si sta bene, si può scegliere di non andare al Pronto Soccorso e recarsi invece in ambulatorio negli orari in cui questo è aperto, per verificare l’accaduto. Se invece il malessere perdurasse o si avvertissero altri shock nelle ore successive o nella stessa giornata, allora bisogna recarsi al più presto al Pronto Soccorso più vicino.

Vivere con il defibrillatore cambia la vita?

vivere col defibrillatore coppia

Questa è una domanda che sento spesso quando viene consigliato l’impianto di un defibrillatore. Sì, la vita cambia, è chiaro, ma a fronte di alcune limitazioni e precauzioni, esistono tanti benefici. Intanto si potrà vivere più a lungo e più sicuri perché ci si sente protetti ed effettivamente lo si è. Certo esiste un lieve al rischio (veramente improbabile) che l’ICD non eroghi il trattamento quando è necessario, oppure che intervenga quando non sarebbe stato appropriato (questo più probabile). Altresì è anche vero che non elimina tutti i sintomi dell’aritmia: infatti possibile che si possano avere capogiri vertigini o svenimenti. Tuttavia, ogni volta che vengono rilevati nella diagnostica eventi aritmici, altrimenti letali, riconosciuti e trattati efficacemente dal defibrillatore, allora il paziente si rende conto come non finirà mai di benedire il giorno in cui qualcuno ha consigliato l’impianto e lui ha accettato.

Cosa posso fare e cosa no, se sono portatore di defibrillatore?

Intanto si possono usare con sicurezza tutti gli elettrodomestici, a patto che siano in buono stato e opportunamente dotati di messa a terra: forno a microonde, coperte elettriche e altri attrezzi elettrici se questi funzionano correttamente.
Altre attrezzature e apparecchiature anche mediche, pur non danneggiando gli ICD, potrebbero interferire con il corretto funzionamento del dispositivo. In questi casi (cioè se si avvertissero capogiri o palpitazioni) basta spegnere l’apparecchiatura elettrica e allontanarsi dopodiché il dispositivo impiantato dovrebbe riprendere il suo normale funzionamento.
In caso di dubbi o di domande puoi leggere ⇨
Domande su pacemaker e defibrillatori.

Se ci si deve sottoporre ad un intervento medico o dentistico bisogna comunicare al personale ospedaliero di essere un portatore di ICD prima di sottoporsi a qualsiasi operazione, tra cui quelli di chirurgia, se è previsto l’uso dell’elettrobisturi.
Non bisogna entrare nelle zone contrassegnate dal simbolo di divieto di accesso per i portatori di PM o ICD.
Non ci si può sottoporre ad alcune procedure di fisioterapia senza essersi assicurati che non interferiscono col defibrillatore, così per esempio è vietata la terapia diatermica, anche a ICD disattivato, perché si potrebbero lesionare i tessuti che circondano gli elettrodi impiantati o danneggiare permanentemente il dispositivo.

(per approfondire le possibili interferenze puoi guardare qui: Pacemaker, defibrillatori e interferenze) .

Quando si possono riprendere le attività fisiche?

Sarà il medico  ad indicare quando e fino a che punto è possibile riprendere le attività fisiche e lavorative. Molto dipende dal tipo di attività e dalla patologia cardiaca di ciascuno. Bisogna comunque evitare di urtare o colpire l’area intorno all’impianto. Perciò, si sconsigliano gli sport di contatto, come il calcio o la boxe, perché il dispositivo o gli elettrocateteri potrebbero subire danni. Per le attività che interessano il torace o il braccio come il nuoto o il golf, occorre parlarne con il medico prima di sottoporsi dell’intervento, poiché potrebbero determinare la scelta del dispositivo e della metodologia e sede di impianto.

Quando posso riprendere a guidare?

Questo è un punto delicato, anche dal punto di vista medico-legale. Non bisogna infatti dimenticare che interrompendo il ritmo rapido, l’ICD potrà non essere in grado di prevenire i sintomi come capogiri o addirittura lo svenimento, per cui potrebbe essere molto pericoloso per sé e per gli altri. Dopo uno shock, la guida andrebbe interdetta per almeno sei mesi per essere ragionevolmente sicuri che non ne avvengano altre: quindi meglio parlarne con lo specialista prima di riprendere la guida.

Per altre domande quelle che voi stessi potete fare vi rimando all’articolo Domande su pacemaker e defibrillatori.

Saverio Schirò

(Foto di copertina by Marisa Howenstine on Unsplash)

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Disclaimer

I contenuti degli articoli, per quanto frutto di ricerche accurate, hanno uno scopo esclusivamente informativo e non sostituiscono in alcun modo l’intervento o l’opinione del medico o la sua diagnosi in relazione ai casi concreti. Tutte le terapie, i trattamenti ed i consigli di qualsiasi natura non devono essere utilizzati a scopo diagnostico o terapeutico per qualsiasi malattia o condizione psicofisica. Conseguentemente si consiglia in ogni caso di contattare il medico di fiducia.

Saverio Schirò
Saverio Schirò
La medicina spiegata in maniera semplice dopo quarant'anni di esperienza nel campo sanitario come infermiere e tecnico specializzato in cardiologia presso ARNAS Ospedale Civico di Palermo.

20 COMMENTI

  1. Buonasera dottor Saverio ho il defibrillatore icd dal 16/6/2022 e ho ancora molti dubbi sul movimento del braccio sinistro che posso o non posso fare.se tocco la spalla destra per lavarmi noto che il defibrillatore si sposta parecchio, è un movimento consentito o devo evitarlo? grazie anticipatamente per la risposta

    • Buongiorno Rosaria.
      Non c’è alcun problema a muovere il braccio in tutte le direzioni. E non c’è da preoccuparsi se il defibrillatore si sposta. Quindi puoi eseguire le ordinarie operazioni quotidiane con tranquillità.
      Tuttavia è sconsigliato per i primi mesi dall’impianto, sottoporre il braccio e la spalla a sforzi eccessivi, come prendere pesi o guidare, per esempio. Più tempo passa, più libertà di movimento si acquisisce. Quindi, un po’ di pazienza per adesso.

  2. DOTTORE salve io ho impiantato un i.C.d sottocutaneo PER aritmie anomale, potrebbe toccarmi invalidità? ? La Ringrazio IN anticipo..

    • Buongiorno Claudio.
      Per il defibrillatore in se non si ha diritto Alla invalidità, eventualmente puoi provare per la patologia che ha determinato il bisogno dell’ICD se ti spetta una qualche invalidità.

  3. Salve ho un nipote di 25anni che deve impiantare un defibrillatore, ma giustamente ha paura e vorrei farlo parlare con chi materialmente già l impianto potreste aiutarmi?

    • Giuseppe è lodevole l’intenzione ma purtroppo la privacy impone di non fornire contatti di persone con le loro patologie. Un colloquio con i medici dovrebbe essere sufficiente per accettare la necessità dell’impianto. Se può essere d’aiuto ecco il link di una Associazione di persone con impianto di defibrillatore: http://apdic.it/
      Se lo ritiene opportuno sarà il ragazzo stesso a collegarsi con loro.

  4. Buongiorno dottore, due anni fa sono caduta in casa e ho fratturato il gomito. Ho Incominciato a fare fisioterapia per il movimento del polso, di alcune sita e del braccio. Sono portatrice di defibrillatore sottocutaneo e dopo circa un anno, giorni fa ho avuto una serie di scariche dovute, a seguito di controlli alla frattura di un catetere. È possibile? Ora devono cambiarmi l’impianto. Grazie

    • Ciao Sabina.
      Purtroppo può accadere un malfunzionamento del ICD o dell’elettrocatetere. Che sia l’esito della caduta, per quanto possibile sembra improbabile, così come per la fisioterapia.
      Sono incidenti possibili e l’unica soluzione ovviamente è rifare l’intervento. Auguri.

  5. DOTT.Schirò buon giorno

    La ringrazio anticipatamente ,da pocho ho impiantato un dispositivo ICD per patologia di brugada di tipo 1 .
    Mi piacerebbe sentire un parere diverso da quelli sentiti fino ora. Sono nel campo edile più precisamente sono autista con patenti superiori e utilizzo anche macchine movimento terra ( escavatori muletti e quant’altro orbita nel campo edile anche apparecchiature elettriche .
    Ho 46 anni e non le nascondo che ho paura a muovermi nella burocrazia .
    Concordo con i complimenti precedenti per la chiareza dell’articolo

    • Caro Jonny, l’argomento è delicato e non può esserci una risposta univoca e definitiva. Mi spiego. Dal punto di vista strettamente medico legale alcune attività, come la guida di determinati mezzi, sarebbe proibita. Da un punto di vista pratico il problema capisco che andrebbe trattato con prudenza. Per quanto riguarda le possibili interferenze che potrebbero provocare l’intervento inappropriato del defibrillatore bisogna distinguere tra le diverse macchine utilizzate: scavatori, muletti e simili non producono interferenze e possono essere utilizzati; delle “apparecchiature elettriche” va capito esattamente quali intendi. Personalmente ti suggerirei di fare un elenco degli attrezzi che normalmente usi e ne discuti col cardiologo e con gli Specialist del defibrillatore impiantato.

  6. Buongiorno ho fatto l’impianto s-icd boston circa un mese fa volevo sapere se e quando posso riprendere il mio lavoro, io sono un commerciante ambulante faccio i mercati di abiti usati e alzo pesi che vanno dai 20,30,40 kg quello che volevo sapere in particolare è posso fare sforzi alzare pesi? Grazie

    • Buongiorno Alberto.
      Puoi riprendere a lavorare quando te la senti. E no, non ci sono particolari limitazioni riguardo i pesi da sollevare. A patto che la ferita sia perfettamente rimarginata.

  7. Buona sera dottore
    La contatto per conto di mio marito ( 65anni) , da sei mesi gli hanno impiantato un defibrillatore e prende una serie di medicinali anticoagulanti ( Coumadin, Plavix e cardioaspirina). Abbiamo consultato un ortopedico per un forte dolore al braccio altezza spalla, che gli ha riscontrato una periartrite sul lato sx , proprio dove ha l’impianto. Vorrei sapere se può fare dei cicli di laser terapia e assumere come farmaco Lenizak . Grazie

    • Gentile Mary,
      Premetto che essendo un tecnico, prescrivere, suggerire, consigliare terapie supera le mie competenze.
      Per le sedute di laser, per quanto non dovrebbero generare alcuna interferenza con il dispositivo impiantato, viene controindicata per legge da chi produce i macchinari, per cui credo che nessun fisioterapista si assuma la responsabilità senza una certificazione medica.

  8. Buongiorno dottore, per cortesia vorrei sapere se essendo giovane senza un lavoro e con problemi di salute come il cuore che non funziona bene ( grosso da una parte) addirittura un’anno fa avevo avuto un un’ictus per malfunzionamento del cuore che mi ha portato ad avere addosso un defibrillatore ( sotto cutaneo) . Fisicamente faccio fatica a fare attività fisica anche sono stanco dopo 15 minuti di camminata ma non fisicamente ma proprio al livello del cuore. E prendo diverse medicine da più di un’anno
    8:00 bisoprololo 2,50
    2:00 kenrenol 25
    4:00 cumadin
    20: bisoprololo 1,25 e losartan 12,5.
    Volevo chiedere se queste ragioni bastano per chiedere lo stato di disabilità anche se non sono italiano?
    Grazie mille dottore

    • Buonasera.
      La patologia cardiaca da lei accusata di solito da diritto ad un certo grado di invalidità. Quanto, viene stabilito da una apposita Commissione.
      Per informazioni e per avviare la pratica occorre rivolgersi ad un CAF. Se il diritto spetta agli stranieri, lo stesso CAF potrà darti informazioni corrette.

    • Grazie Antonella.
      Essere chiari, semplici ma esaurienti è lo spirito di questo sito. Frutto di tanti anni di esperienza vicino agli ammalati.

  9. Buonasera dottore
    A mio nonno circa 4/5 anni fa è stato impiantato un defibrillatore.
    All’ultimo controllo la percentuale residua di batteria era del 26%.
    Volevo chiedere qual è ( se c’è ) la soglia minima alla quale può arrivare la batteria prima di essere sostituita.
    C’è un valore minimo in corrispondenza del quale è necessario sostituire il defibrillatore avendo comunque ancora un margine di funzionamento ?
    Grazie mille

    • Buonasera.
      Certo che c’è una soglia minima: esattamente quella dichiarata dallo stesso defibrillatore. 26% di carica residua significa che fra circa due anni la batteria dovrà essere sostituita. La soglia minima sarebbe lo 0%, dopo di che il dispositivo entra in modalità ERI o RRT cioè tempo indicato per la sostituzione. Questo momento viene indicato chiaramente dal defibrillatore (in alcuni con un allarme acustico o una vibrazione, in altri solo al controllo). In questa condizione, le funzioni principali del defibrillatore sono garantite al 100% comprese eventuali scariche, per un periodo di almeno 3 mesi. Superato questo periodo le funzioni rimangono ridotte a quelle essenziali, ma naturalmente è bene non arrivarci.

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